Lutti e Separazioni
“Lutto” è qualsiasi esperienza in cui la persona sperimenta un distacco doloroso e definitivo da qualcuno o da qualcosa di importante. Il dramma della perdita e della separazione da una persona cara, amata, è una delle emozioni più forti che un essere umano è chiamato a vivere. E’ un cambiamento della vita che comporta un distacco, un prima e un dopo che ci fanno sperimentare l’abbandono, la solitudine, la paura, il senso di colpa e la nostra vulnerabilità. Tutte le perdite, tutte le separazioni provocano un necessario cambiamento in chi resta. Che si sia trattato di un evento a cui eravamo preparati o che l’evento sia stato improvviso, le reazioni di chi vive un lutto o una separazione costituiscono un percorso doloroso, caratterizzato da alcune fasi specifiche. Ogni volta che perdiamo un oggetto al quale siamo affezionati ci troviamo in una situazione di elaborazione del lutto.
Il problema dell’affezionarsi e del perdere hanno a che vedere con il cervello biologico in una delle sue funzioni principali: l’attaccamento.
La teoria dell’attaccamento, punto cardine di una visione psicodinamica dell’essere umano, è uno dei concetti più “famosi” della trattazione di John Bowlby, e ci aiuta a comprendere come si formano i legami e cosa succede quando questi vengono meno. Secondo Bowlby i bambini nascono con una tendenza biologicamente programmata a cercare e rimanere vicini a delle figure che generano sicurezza (i cosiddetti “caregiver”).Ciò fornisce nutrimento e confort, e quindi garantisce la sopravvivenza del bambino stesso. Bowlby definisce l’attaccamento come “una connessione psicologica duratura tra gli esseri umani“.
Che cosa succede, dunque, quando questa relazione viene meno?
Stordimento, ricerca e struggimento per la figura perduta, disorganizzazione e disperazione, riorganizzazione. Sono queste le fasi attraverso le quali, secondo Bowlby, passa inevitabilmente chi è costretto a misurarsi con un evento di “perdita”. Ciascuna fase è piuttosto sfumata rispetto alle altre e possono esserci delle oscillazioni fra l’una e l’altra.
Le situazioni di “perdita” che sollecitano la risposta di attaccamento sono diverse, così come differenti sono le modalità di elaborazione che si mettono in campo: morte, scomparsa, rottura di una coppia o cambiamenti nel ciclo di vita di una coppia, cambiamenti lavorativi e più in generale tutti quei cambiamenti esistenziali critici che innescano nell’individuo la sensazione di “rottura”.
I sintomi legati a una perdita possono essere acuti, che si sperimentano in una fase precoce di perdita, riguardano il senso di senso di smarrimento, una crisi di tipo esistenziale con perdita del senso dell’esistenza, un appiattimento delle emozioni legate alla quotidianità, un senso struggente di mancanza dell’oggetto perduto. Nostalgia, cordoglio, dolore sono le emozioni più frequenti quando si è in una fase precoce di lutto. I sintomi, però, possono diventare cronici, raccontandoci attraverso la loro presenza l’assenza di elaborazioni della perdita da parte della persona che li esperisce. I più comuni sono la nostalgia persistente, intensa tristezza, eccesso di rabbia o, al contrario, anestesia emotiva, autosvalutazione.
Elaborare vuol dire trasformare, andare oltre, trovare nuovi sensi e significati, al fine di superare il dolore per il distacco. Il tempo del lutto è un tempo di ondate di dolore e temporanei rasserenamenti, di malessere e di ritorno graduale a una nuova normalità.