Questo disturbo è caratterizzato dalla presenza, in un determinato periodo di vita della persona, di ansia e preoccupazioni difficilmente controllabili, smisurate e ripetute che riguardano una pluralità di tematiche (per esempio prestazioni lavorative, situazione economica, futuro dei figli, ecc.) e sono presenti per la maggior parte della giornata. Queste preoccupazioni possono comprometter significativamente il sonno (insonnia), l’umore (irritabilità), il corpo (facile affaticabilità, tensione muscolare) e la concentrazione.
I disturbi d’ansia e da attacchi di panico sono molto diffusi, come attestato dal crescente consumo di farmaci ansiolitici: nel corso della vita circa il 5% della popolazione va incontro a una diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato, mentre il 25% circa dei pazienti ricoverati in cliniche psichiatriche ne è affetto. L’1-2% della popolazione generale sperimenta nel corso della vita attacchi di panico. Questi dati qualificano quella dei disturbi d’ansia come una categoria diagnostica particolarmente diffusa e spesso, purtroppo, fraintesa: l’intensa attivazione fisiologica che comporta (respiro e battito cardiaco accelerati, disorientamento, sudorazione…) conduce spesso a una diagnosi errata, coinvolgendo altre specialità mediche. E’ infatti affetto da disturbo da attacchi di panico il 10-30% dei pazienti che si rivolgono a cliniche otorinolaringoiatriche (ad es. per problemi di equilibrio) pneumologiche (es. affanno), e fino al 60% dei pazienti che richiedono cure cardiologiche (es. tachicardia). Ovviamente affrontare solo la componente organica del disturbo non può che produrre cambiamenti parziali e, talvolta, peggiorare la qualità della vita (fonte www.panicoeansia.com).
Dal punto di vista psicoterapeutico, l’aspetto centrale da esplorare riguarda il conflitto e le pulsioni sottostanti la sintomatologia ansiosa. L’approccio psicodinamico, in particolare, mira a sviluppare la costanza dell’oggetto buono con alto valore contenitivo, attraverso l’interiorizzazione dell’immagine del terapeuta a cui fare appello nei momenti di difficoltà, e ad aumentare il livello di autostima. Si tende, inoltre, a favorire un processo di separazione-individuazione, mediante la rielaborazione di eventuali tematiche di dipendenza e di lutto, e a rinforzare la funzione dell’Io di canalizzazione della pulsionalità e dell’ansia. L’obiettivo principale è quello di evidenziare e rielaborare i termini del conflitto.